Quando chiudere un progetto
In anticipo sull'inizio del nuovo anno, è comunque un buon momento per chiudere quei progetti che non ti stanno più restituendo niente.
Ciao ,
mai come in questi anni mi rendo conto di quanto siamo esseri abitudinari, e di quanta energia sia necessaria per fare delle scelte attive senza continuare passivamente a seguire lo stesso percorso, giorno dopo giorno.
In ambito lavorativo l’ho vissuto spesso sulla mia pelle: l’esempio più chiaro sono gli anni che ho impiegato per decidermi a lasciare il lavoro da dipendente prima di diventare freelance a tempo pieno.
Avrei potuto farlo prima?
Assolutamente sì.
Lo stesso discorso vale per i nostri progetti personali e lavorativi: tutti ne abbiamo diversi, non è importante quanto siano grandi. Sono tutti impegni che richiedono la nostra attenzione, il nostro tempo, e occupano costantemente una parte della nostra mente.
Per questo è fondamentale fare ordine ed essere sicuri che ciò che riempie le nostre giornate sia effettivamente quello che vogliamo.
Pensa ai servizi che offri: magari c’è qualcosa che vorresti smettere di fare e lo stai continuando a portare avanti per abitudine, oppure perché ci sono ancora due clienti storici che ne hanno bisogno e si fidano di te. Questo è comprensibile, ma se vuoi cambiare direzione è importante almeno smettere di offrire quel servizio ai nuovi clienti.
Un cambio di strategia può sembrare complicato, ma le esperienze che accumuliamo hanno per forza di cose un effetto su di noi: come possiamo pretendere che resti tutto immutato? È normale cambiare traguardi, aspettattive, idee, e modificare di conseguenza quello che facciamo ogni giorno.
Torno a farti un esempio personale: se tutto fosse immutato, oggi sarei ancora ad occuparmi di graphic design. Sono partito da lì e adoro le attività di creazione di una brand identity, ma ho deciso di specializzarmi in altro perché lo trovo più utile. In questo modo posso dedicare più tempo ad altro: questa scelta mi ha permesso di offrire un servizio di gestione siti web con il quale riesco a seguire i clienti durante tutto l’anno, in modo più efficace rispetto a tanti diversi progetti una tantum.
Ok, ma quindi come faccio a capire quando chiudere un progetto?
Come si decide quando smettere di offrire un servizio?
La risposta è personale, ma grazie anche ad un post di Josh Spector ti offro alcune idee da cui partire:
Quello che volevi ottenere dal progetto non ti interessa più, oppure non ha più valore per te in questo momento.
È normale, può succedere ed è giusto che gli obiettivi cambino e si evolvano nel tempo.
Oggi non avvieresti lo stesso progetto.
Se stai andando avanti per inerzia e continui a lavorare al progetto solo perché esiste, puoi sfruttare questa consapevolezza per fare una riflessione e decidere se ne vale veramente la pena.
Non sai rispondere alla domanda “Che livello di successo voglio ottenere per continuare a fare questa cosa?”
e
Non hai voglia di aspettare almeno un anno per quel livello di successo.
A volte essere impazienti significa molto di più. Potrebbero esserci altri significati dietro: magari ci sono altri progetti che sarebbero un investimento migliore del tuo tempo. Oppure ci sono dei chiari segnali che le cose non stanno andando nella direzione sperata.
Se leggere queste parole ti ha fatto pensare a cambiare qualcosa, è già un segnale utile.
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Varie, per concludere
Ho in testa una canzone da qualche giorno, e non accenna a volersene andare. È All my pride dei Black Honey, gruppo rock di Brighton guidato dalla cantante Izzy Baxter. Lei ha un accento talmente stretto che i traduttori automatici non riescono a fare il loro lavoro con i testi delle canzoni.
Mi sono registrato su Gameset, un’app per giocatori di tennis. Gli utenti sono un buon numero, ma ha il problema dell’assegnazione della valutazione iniziale: finché non giochi iniziando così a farti dare un rating dagli altri giocatori, sei in un limbo poco attraente per chi sta cercando un avversario. Servizi di questo tipo sono comunque un ottimo modello di business: ci sono molte nicchie ancora scoperte ed è sempre soddisfacente mettere in contatto persone con una passione comune. L’ho imparato nel tempo grazie a GdR Players, che ancora gestisco.
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Tommaso
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La scorsa newsletter ha avuto un open rate del 46%. Il link più letto è stato all’articolo su Mr Beast e le sue linee guida per produrre video su YouTube.