Fotografia, cloni e AI
Ho fatto un esperimento: ho deciso di fare da cavia e creare un mio clone digitale. Qui il racconto di tutto quello che ho scoperto.
Ciao ,
vedendo di sfuggita la foto qui sopra potresti pensare che stia per annunciare il mio nuovo podcast, ma la realtà è ben diversa. L’immagine è stata creata con l’intelligenza artificiale, dopo aver creato un modello con le mie sembianze.
Ci è voluto poco, sono bastate circa 20 foto, un’oretta di attesa, e più o meno 3€ di spesa per avere un modello con cui creare immagini come questa per pochi centesimi di euro l’una.
Volevo fare un po’ di esperimenti per capire meglio come funziona una cosa che abbiamo tutti a disposizione, e ammetto che sono rimasto stupito. Certo, non è tutto perfetto — ora ci arriviamo — ma penso che sia molto interessante capire le potenzialità dell’AI e cosa ci permette di fare.
Il mio non è stato un approccio tipo “conosci il tuo nemico”. L’intelligenza artificiale è uno strumento. Sta a noi decidere se usarla, come usarla, essere consapevoli dei suoi limiti, dell’impatto ambientale, e di cosa sia possibile fare facilmente. Per non parlare di tutte le conseguenze sul mondo in cui viviamo, sulle notizie che leggiamo, e su cosa possa essere facilmente falsificato.
Il processo che ho seguito è alla portata di chiunque: io ho seguito un tutorial su YouTube.
Vuoi vedere cos’altro è venuto fuori?
Ecco qualche altro esempio:
Io so che non sono foto reali, riesco ad accorgermi delle differenze soprattutto per quanto riguarda la corporatura, l’altezza nelle foto a figura intera e alcuni altri dettagli minori.
Ma per chi non mi ha visto di persona è davvero difficile capirlo.
Quindi l’AI è la morte della fotografia e dei fotografi?
Decisamente no.
Ci sono tanti limiti: per quanto tu possa essere in gamba non è facile scrivere prompt all’altezza, e più hai bisogno di andare in dettaglio più è difficile ottenere ciò che veramente ti serve. Niente a che vedere con una foto scattata da un professionista.
Ma se vuoi magari delle foto che possano servire da ispirazione per un servizio fotografico, oppure sperimentare look diversi e abbigliamenti diversi senza muoverti dal divano di casa, puoi farlo.
Qualche curiosità:
Non è scontato che i capelli siano esattamente come vuoi tu, col taglio e lo stile giusti. Come chiedi le cose e quanto vai in dettaglio fa la differenza.
Tutto ciò che non è presente nelle foto che usi per definire il modello viene creato dall’AI: denti, mani, accessori, potrebbero essere molto diversi dalla realtà se non li hai previsti prima.
Gli occhiali vengono creati fedelmente se presenti nelle foto iniziali (vedi i miei esempi, sono gli stessi occhiali che indosso sempre).
Per chi si preoccupa della privacy e della propria immagine, il problema effettivamente esiste. Il modello che ho creato è privato, quindi può essere utilizzato solo da me e non è di pubblico dominio, ma chiunque potrebbe creare un modello di una persona avendo una decina di foto a dispozione, e da lì generarne altre.
In passato c’era bisogno di qualcuno veramente bravo con Photoshop: ora la tecnologia è sempre più alla portata di tutti e ci sono sicuramente delle riflessioni in più da fare.
Non credo che l’AI ci ruberà il lavoro. Il lavoro ci verrà rubato da qualcuno che sa usare l’AI nella propria professione.
I limiti dell’AI per le foto
Mentre sperimentavo ho scoperto un paio di cose interessanti che servono per farti capire i limiti attuali dell’intelligenza artificiale.
Questa è l’immagine che ho ottenuto chiedendo di disegnare degli orologi con le lancette sulle 11:25:
E questa è l’immagine che ho ottenuto chiedendo di disegnare una persona che scrive con la mano sinistra:
Sai perché succede questo?
Perché online ci sono così tante reference di persone che scrivono con la destra, che è veramente difficile far capire all’AI che esistono anche i mancini.
La stessa cosa succede con gli orologi: le lancette delle foto online sono quasi sempre sulle 10:10, posizione più bella da vedere. Ed è complicato superare la forza di tutti gli esempi presenti: hanno insegnato all’AI che la realtà è quella. Non è impossibile, ma bisogna insistere parecchio.
Se ti interessa l’argomento, ti consiglio di seguire chi sta approfondendo lo studio dell’AI e ne parla con cognizione di causa. Il primo che mi viene in mente è Carlo Munaretto.
Cosa ne pensi? Mi piacerebbe sapere le tue riflessioni a riguardo.
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In conclusione
Alla fine ho comprato anche il biglietto per andare a vedere Green Day + Weezer qui a Firenze.
Nel frattempo Lucio Corsi è meritatamente sold out ovunque, e io non avevo preso il biglietto solo perché suona il 16 aprile a Firenze e la mattina dopo parto all’alba per il Giappone. Se vai a vederlo poi raccontami.
Ho scoperto per caso i libri di Enrico Galiano, professore friulano che da qualche anno ha pubblicato una serie di romanzi più o meno adatti agli adolescenti (ma non solo). Il suo ultimo libro, Una vita non basta, mi ha fatto emozionare e lo dico senza vergogna. Potresti trovarlo irritante o toccante, in ogni caso vale la pena correre il rischio. Era da tanto che non mi succedeva con un libro.
Ora ho iniziato a studiare il Manuale illustrato dei funnel. Te ne parlerò più avanti.
A presto,
Tommaso
tomstardust.com
#quoteoftheday
In a time of drastic change it is the learners who inherit the future. The learned usually find themselves equipped to live in a world that no longer exists.
Eric Hoffer
L’ultima newsletter ha avuto un open rate del 42%. Il link più visitato è stato quello della presentazione interna di Nokia quando uscì l’iPhone.
Grazie per avermi letto fin qui.